TARANTO

DAL 6 AL 9 DICEMBRE 2018

“Nessuno libera nessuno, nessuno si libera da solo: gli uomini si liberano nella comunione”

P. Freire, 1979

Si parla tanto in ambito scolastico di costruire relazioni costanti basate sul confronto e la collaborazione attiva fra la scuola e la famiglia durante l’intero percorso educativo; accogliere proposte dalle diverse agenzie educative e sociali presenti sul territorio, per costituire una forte rete di interazione e supporto alle comuni finalità di formazione degli alunni; condividere la scelta delle regole della convivenza nella comunità, attraverso la conoscenza ed il confronto delle molteplici esperienze culturali, educando ad una cittadinanza unitaria e plurale…..

Per dirla con Ezio del Gottardo (“Comunità educante, apprendimento esperienziale, comunità competente”) La scuola in quanto “comunità educa in quanto è uno spazio di socializzazione, educa perché abilità all’esercizio di alcuni valori, educa, perché vigila sul compito educativo ed educa perché in molti casi assume direttamente responsabilità ed iniziative educative. A sua volta la comunità si nutre di interrelazioni, di scambi, di reciprocità, che si compiono che si compiono nella dimensione intersoggettiva-comunitaria propriamente definita sociale ed evidentemente educativa.”

Scuola e famiglia sono le principali agenzie educative, ma tra insegnanti e genitori ci sono fratture, gelosie, giudizi, ripicche. Soprattutto gli insegnanti, in quanto categoria professionale, in che modo possono attrezzarsi per costruire un’idea dell’altro che non sia di “difesa da” ma di “lavoro con”? Uno stage in cui si sperimenteranno sul campo situazioni in cui la comunicazione all’interno del contesto scuola e con il mondo ad essa collegato (interno ed esterno) va costruito con cura ed attenzione, al fine di tessere una trama/rete che racchiuda in sé insegnanti, bidelli, dirigenti, segretari, genitori, istituzioni in un dialogo efficace che costruisca davvero una comunità educante.

Quali sono le difficoltà e le criticità ricorrenti in questo tipo di relazioni? Perché ci si scontra e come si può trasformare il conflitto in un’occasione di crescita e arricchimento reciproco?

per info: ludea@cemea.it