Sintesi a cura di Francesca Buonomo dei lavori del

Primo Congresso della Federazione Italiana dei C.E.M.E.A.

Ostuni 5-8/12/2015

 

Il nostro primo Congresso è stato organizzato da una commissione eletta dal Consiglio nazionale di Viareggio del 2014 formata da: Francesca Buonomo (C.E.M.E.A. Napoli), Renato Perra (C.E.M.E.A. Sardegna), Claudio Tosi (C.E.M.E.A. Mezzogiorno), Mauro Turrisi (C.E.M.E.A. Taranto) e dal C.E.M.E.A. di Taranto che ha ospitato l’iniziativa e si è fatto carico di tutta l’organizzazione logistica.

L’evento ha avuto una grossa partecipazione: circa 60 persone con la presenza nutrita di tutti i Centri fatta eccezione per il C.E.M.E.A. di Milano, iI C.E.I.S. di Rimini e la scuola Margherita Fasolo.

La nostra metodologia ci ha portato ad un’organizzazione cui tutti hanno preso parte con un ruolo attivo attraverso: la vita comunitaria, i servizi e le attività.

Le attività sono state proposte da membri di tutti i Centri presenti.

Canti: Napoli, Sardegna, Piemonte, Veneto.

Danze: Emilia Romagna, Lazio.

Giochi: Toscana, Lazio.

Ateliers: Segreteria, Veneto, Emilia Romagna, Taranto, Piemonte, Mezzogiorno.

In più ci sono state due sperimentazioni di attività presentate da equipe composte da membri di Centri differenti: atelier di serigrafia (Mezzogiorno, Sardegna, Veneto), gioco: “su serrazzeddu”( Sardegna, Napoli).

Il dibattito

 

Le discussioni si sono svolte secondo modalità completamente autorganizzate:

i 7 temi individuati corrispondevano a 7 tavoli, ogni partecipante poteva iscriversi a 2 tavoli visto che i tavoli erano suddivisi in 2 gruppi (3 e 4 tavoli) i cui lavori si alternavano nel tempo. I tavoli non avevano un limite di iscritti ma dove il numero superasse i 10-12 veniva consigliato di suddividersi in 2 gruppi. Ogni tavolo non aveva un moderatore né una relazione introduttiva ma tutti avevano a disposizione i materiali prodotti da ciascun Centro sui temi individuati. Per il lavoro di sintesi finale veniva offerto un gioco da tavolo, di utilizzo facoltativo, che chiedeva di elencare i temi da discutere, evidenziarne i pro e i contro, esplicitare le proposte operative da fare alla Federazione.

La durata delle sessioni era stabilita dall’organizzazione.

I luoghi erano stati assegnati ma c’era possibilità di spostarsi.

Al termine dei lavori la discussione è stata riportata graficamente su grandi pannelli (uno per tavolo,) che sono stati esposti in sede plenaria. Ogni tavolo aveva a rotazione un rappresentante che rispondeva alle domande dei membri degli altri gruppi, tutti i partecipanti potevano aggiungere annotazioni o domande tramite post-it da applicare sui pannelli.

In un secondo momento i gruppi tavolo si sono ricomposti per valutare se e come integrare gli stimoli proposti dagli altri.

Al termine tutti i gruppi hanno consegnato un documento di sintesi del lavoro svolto (tranne un gruppo che ha delegato un verbalista di ultimare il lavoro a casa).

I temi dei tavoli

 

  • – Un Movimento per la diffusione dell’educazione attiva
    • Il movimento che scrive di sé
      • Scrivere e documentare secondo progetti e modalità condivise
    • Il progetto archi-vivo
      • Modalità e tecnologie di condivisione
    • Promozione e collegamento delle attività del movimento
      • Portale www.cemea.it, social-network (facebook-twitter-likedin)

 

  • Un movimento internazionale
    • Politica di relazioni internazionali
      • Pianificazione della progettazione e partecipazione ai progetti
    • Collaborazione diretta con altre reti e altri CEMEA Nazionali
    • Rendere strategico il rapporto con la FI-CEMEA

 

  • – La formazione nella FIT
    • Formazione dei formatori
    • Pensiero e Progetto formativo dei CEMEA Italiani
    • Riconoscibilità/Spendibilità della formazione CEMEA
      • Riconoscibilità delle figure professionali a livello nazionale ed europeo

 

  • – Progetto Ludea
    • Dal bilancio al rilancio
    • Filosofia e organizzazione
    • Metodi e contenuti

 

  • – Politica e progetto nazionale
    • Nascita di nuovi Centri
    • Sostegno ai Centri e ai gruppi esistenti
      • Politiche di contaminazione tra Centri
    • Posizionamenti all’interno delle reti su temi educativi e sociali

 

  • – Ricerca e innov-azione a contatto con la realtà
    • Attualità dei principi
    • Evoluzione delle metodologie
    • Gruppi nazionali di ricerca

 

  • – Organizzazione FIT-CEMEA
    • Struttura delle FIT
      • Ruoli, compiti e loro durata
      • Architettura decisionale
    • Programmazione attività di sostegno all’architettura di funzionamento
    • Militanza, lavoro e volontariato

 

Risultati

 

Il Congresso ha rappresentato un’esperienza ricca sul piano umano, che ci ha visto fare insieme in molti campi,che ci ha permesso di conoscerci meglio e ci ha portato a dei chiarimenti importanti riguardo incomprensioni del passato, dissolvendo il clima di sfiducia che a volte aveva caratterizzato alcune riunioni del Consiglio Nazionale.

I due aspetti più rilevanti che il Congresso ha evidenziato sono stati: 1) la partecipazione alla vita della Federazione di nuove energie espresse da persone che non hanno ruoli istituzionali nella Fit e non sono membri del Consiglio Nazionale, 2)  l’intento condiviso di trasformare la Federazione.

Una realtà che fungeva da raccordo tra associazioni regionali composte quasi completamente da soci garantiti da un altro lavoro (prevalentemente insegnanti) si ritrova a portare avanti anche le istanze di Centri popolati da precari che in diversi modi vogliono proporre la diffusione dei metodi dell’educazione attiva attraverso un lavoro retribuito.

Oggi tra noi ci sono Centri che vantano enormi competenze nel campo della formazione, ma non sono in grado di lavorare; altri che gestiscono servizi distribuiti su ampi territori, ma non riescono ad occuparsi della formazione dei propri operatori; alcuni con grandi competenze nella progettazione legata a bandi e gare, ma sprovvisti di operatori esperti; Centri con una sede di cui faticano a sostenere le spese e altri con un calendario fitto di attività e senza sede…

 

La domanda

 

Siamo in grado di realizzare una Federazione capace di reperire finanziamenti per le proprie attività?

Di fungere da raccordo tra Più Centri coinvolti in un progetto di vasta portata?

Di creare una struttura che permetta ai Centri di accogliere e inviare consistenti numeri di volontari supportati da progetti europei?

Di consolidare un bagaglio formativo tale da competere e rivendicare il suo posto in Europa come luogo di eccellenza per la “non formal education”?

E tutto questo senza rinunciare alla prospettiva rivoluzionaria che il nostro movimento porta con sé?

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